Codice Autore: 5c9b555d05cac
Sezione: Adulti
Titolo: Rapporto a Vasco da Gama
Non fu soltanto Roma a sorgere
su sette colli: anche Lisbona è una strada
verso il cielo,
verso la terra;
e le scale, i gradini
da salire e da scendere (soprattutto
da salire) sono tanti
come le foglie d’autunno nei viali, come le anime
del Purgatorio, come gli anni
che abbiamo passato altri anni a raccontare
sui fogli di pergamena.
Luís de Camões, il poeta di questa terra, scrisse che a Cabo da Roca
la terra finisce
e comincia il mare.
Non so se l’immagine di un’armonia reciproca
sia giusta: ho visto l’acqua arrivare
contro le scogliere e sbattere
sulle pietre, la schiuma ribollire come
un’anima dannata, perduta, preda dell’ira.
Noi nasciamo dal mare, all’inizio, non è vero?
E poi abbiamo spaccato le pietre
e tirato su scale, gradino
dopo gradino, con pazienza; e i muri,
i merli sulle torri
e i cannoni
e ci siamo dimenticati di tutto.
Qualcuno fece anche le navi: qualche punto nel mare
per sorprendere i pesci là sotto, per legare di nuovo
la terra alla terra.
Ma in tanti siamo rimasti
nelle stanze dei palazzi: quattro pareti
decorate di cielo, ma non il vero cielo;
saliamo e scendiamo
ogni giorno le scale.
Chi stava più su
disse di toccare il cielo, e volle camminare
sulle teste dei viandanti.
Ma siamo tutti viandanti: e se il mare e la terra tornassero
a baciarsi, ad affratellarsi
a dispetto dell’uomo, a trovare la pace in un mondo
dove l’uomo è un punto, e sovrano è il vento
che strappa le vele bianche come agnelli,
quale posto
quale altezza
custodirebbero l’oro, quale sorriso deforme
rimanderebbe la Gioconda? E’ tempo
di scendere alle spiagge: di incontrarsi
senza carte o gioielli o bastoni di dominio; di trovare la rotta
per le terre degli angeli.
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